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Gruppo di lettura ragazzi 14 – 18 anni proposte di lettura

Per il prossimo incontro del gruppo di lettura ragazzi 14 – 18 anni valuteremo i libri da scegliere tra questi 8 + 2 (i due in più sono quelli letti e raccontati dai ragazzi)  indicati di seguito.
Tutti i titoli sono disponibili in libreria per essere visionati e consultati 🙂
la libraja aspetta i vostri 3 prescelti entro sabato 28 -se possibile!-

Fisica della malinconia di Georgi Gospodinov ed Voland
letto e raccontato da Jacopo 🙂

Un ragazzo è affetto da una strana sindrome: soffre di empatia, è capace di immedesimarsi nelle storie degli altri. Inizia così un viaggio nel mondo del possibile, nel labirinto dei sentimenti mai provati, delle cose mai accadute eppure reali più del reale stesso. Questo “io” coraggioso e impertinente va e viene dal passato, fa incursione in un futuro di cui abbiamo già nostalgia, e ritorna con un inventario di storie sull’autunno del mondo, sui Minotauri rinchiusi in ognuno di noi, sulle particelle elementari del rimpianto, sul sublime che può essere ovunque.

La Meccanica del cuore di Mathias Malzieu ed. Feltrinelli
letto e raccontato da Giovanna 🙂
Nella notte più fredda del mondo possono verificarsi strani fenomeni. È il 1874 e in una vecchia casa in cima alla collina più alta di Edimburgo il piccolo Jack nasce con il cuore completamente ghiacciato. La bizzarra levatrice Madeleine, dai più considerata una strega, salverà il neonato applicando al suo cuore difettoso un orologio a cucù. La protesi è tanto ingegnosa quanto fragile e i sentimenti estremi potrebbero risultare fatali. L’amore, innanzitutto. Ma non si può vivere al riparo dalle emozioni e, il giorno del decimo compleanno di Jack, la voce ammaliante di una piccola cantante andalusa fa vibrare il suo cuore come non mai. L’impavido eroe, ormai innamorato, è disposto a tutto per lei. Non lo spaventa la fuga né la violenza, nemmeno un viaggio attraverso mezza Europa fino a Granada alla ricerca dell’incantevole creatura, in compagnia dell’estroso illusionista Georges Méliès. E finalmente, due figure delicate, fuori degli schemi, si incontrano di nuovo e si amano. L’amore è dolce scoperta, ma anche tormento e dolore, e Jack lo sperimenterà ben presto. Intriso di atmosfere che ricordano il miglior cinema di Tim Burton, ritmato da avventure di sapore cavalleresco, La meccanica del cuore è al tempo stesso una coinvolgente favola e un romanzo di formazione, in cui l’autore, con scrittura lieve ed evocativa, punteggiata di ironia, traccia un’indimenticabile metafora sul sentimento amoroso, ineluttabile nella sua misteriosa complessità.

Pirate di Rees Celia ed. Salani
1725. Nancy è la bella e giovane figlia di un ricco mercante inglese. L’improvvisa morte del padre la mette di fronte a quello che il genitore aveva pianificato per lei: sposare un ricco proprietario terriero in Jamaica. Nancy raggiunge la splendida isola caraibica e se ne innamora, ma non può fare a meno di soffrire per la povertà che vi regna e di provare ribrezzo per il futuro sposo. Per salvare la sua schiava personale da una violenza uccide un bianco e si vede costretta a fuggire: unica possibilità di salvezza, una nave di corsari… Ambientata agli inizi del Settecento, una storia tutta colpi di scena, un romanzo d’avventura e d’evasione che ha per protagoniste due ragazze “corsare per caso”.

Parole Fuori, AA VV, Il Castoro
Un libro evento che si candida a diventare il libro di riferimento degli adolescenti di oggi.
Dodici storie per raccontare le emozioni più intense, con le parole e con le immagini. Quelle emozioni che stanno sepolte nello stomaco, che non sempre siamo capaci di riconoscere. A cui è difficile dare un nome. E che è difficile portare fuori, allo scoperto. Desiderio, Vergogna, Timidezza, Dolore, Amore, Disperazione, Paura, Gioia, Coraggio, Colpa, Gelosia, Odio. Dieci grandi scrittori e due autori di graphic novel esprimono in questo libro quello che a volte grida forte ma non sappiamo dire.
GLI AUTORI: Pierdomenico Baccalario, Paola Zannoner, Silvana Gandolfi, Sara Colaone, Beatrice Masini, Lodovica Cima, Guido Sgardoli, Alessandro Baronciani, Antonio Ferrara, Luisa Mattia, Fabrizio Silei, Antonella Ossorio.

La lingua salvata, Elias Canetti ed. Adelphi
Fin dal suo apparire, nel 1977, questa «storia di una giovinezza» è stata accolta da molti come un «classico immediato», uno di quei libri destinati a restare, che coinvolgono profondamente ogni specie di lettori. Con la sua prosa limpida, tesa, vibrante in tutti i particolari, Canetti è qui risalito ai suoi ricordi più remoti, cercando di ritrovare nella propria vita quella difficile verità che solo il racconto può dare. Dopo aver vagato per decenni fra migliaia di miti, di fiabe, di trame, si è rivolto a quell’unica storia che per ciascuno di noi è la più segreta ed enigmatica: la propria.
È una storia che comincia in una piccola città sul basso Danubio, dove «in un solo giorno si potevano sentire sette o otto lingue». In quella variopinta mescolanza di genti erano da tempo insediati i Canetti, dinastia di agiati commercianti ebrei di origine spagnola, tutti segnati da un forte «orgoglio di famiglia». Fra i primi ricordi incontriamo quello del grande magazzino del nonno, in cui si vendevano coloniali all’ingrosso, con il suo «odore meraviglioso», con i suoi sacchi di lenticchie, di avena, di riso, dove il bambino affondava le mani. Da quello scenario arcaico e variegato, commisto di Oriente e di Occidente, il cui sapore intride tutte le primissime esperienze del piccolo Elias, si verrà sbalzati, nel giro di pochi anni, in vari altri mondi: prima l’Inghilterra, dove si delinea la figura del padre, che lì muore improvvisamente, giovanissimo; poi Vienna, con lo scoppio della prima guerra mondiale, e infine Zurigo, il «paradiso» da cui Canetti sarà cacciato, adolescente, alla fine del libro. In tutte queste peregrinazioni vedremo svilupparsi un rapporto madre-figlio di una tale intensità, violenza, sottigliezza che potrebbe anche apparire inverosimile, se ogni parola non avesse il «suono giusto». Canetti è qui riuscito nell’impresa di trasporre la figura della madre dalla sempre dubbia verità delle «memorie» alla verità assoluta della letteratura.
Una passionalità smisurata lega questi due esseri, e il bambino di cui qui si racconta conosce in pochi anni, nel rapporto con la madre, tutti gli estremi della tenerezza ma anche della gelosia, della dedizione ma anche del feroce conflitto. E intanto assistiamo al nascere in lui di quella avida vocazione che poi lo accompagnerà sempre: innanzitutto nel rapporto con il linguaggio e con la parola scritta. Rapporto di superstiziosa venerazione, come di fronte a immense potenze cosmiche. Così la scoperta dei libri, degli scrittori, la scuola stessa – tutto si presenterà come uno di quegli appassionanti resoconti di esploratori che allora i bambini usavano leggere. E il ricordo si fermerà, via via, su una costellazione di scene, di personaggi, di apparizioni che mantengono nella scrittura l’intatta vivezza, l’emozione sospesa e irripetibile di ciò che succede per la prima volta.

Rodderick Duddle, Michele Mari ed. Einaudi
«Se avesse potuto gettare uno sguardo anche un solo istante nella mente di quell’uomo, Roderick si sarebbe messo a correre via senza fermarsi mai… Ma tu non scapperai, mio lettore, perché sei avido di sapere, perché ti ho scelto fra tanti, e perché, appunto, sei mio».  Michele Mari, Roderick Duddle

Come in una mappa.
Il cerchio si chiude.
Il doppio del doppio del doppio.
Nomi e cognomi.
Michele Mari ci accompagna alla scoperta del suo nuovo romanzo, Roderick Duddle, in un’intervista esclusiva in quattro parti, intitolate come quattro capitoli del libro.
leggete qui lo speciale sul sito della casa editrice

Il ragazzo invisibile, AA VV ed.Salani
recensione a cura di biblioragazzi letture

Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores non è solo un film,non è solo un fumetto e non è solo un libro. È soprattutto un esperimento di cross-medialità come già era stato Nirvana nel 1997. Un esperimento che dal mio punto di vista è sicuramente riuscito e che non vedo l’ora prosegua. Ma andiamo con ordine e partiamo dal libro.
La storia è un classico del genere superoistico: Michele è un ragazzo sfigato, vittima dei bulli della scuola (come Peter Parker, il mito del protagonista) che il giorno dopo l’ennesima umiliazione scopre di avere un potere speciale, può diventare invisibile. Ma per farlo ovviamente deve essere nudo. Michele sperimenta il suo potere come qualunque adolescente farebbe, vendicandosi dei bulli e andando dove a nessun maschio è concesso dì entrare: lo spogliatoio delle femmine! Tutto questo per lui non sarà altro che fonte di guai, ma quelli veri e più pericolosi devono ancora arrivare…
Il romanzo è scritto molto bene, è ricercato,non scontato e si legge d’un fiato, con belle citazioni musicali e grande sensibilità nel narrare l’età di mezzo, con i pensieri e i dubbi che si affrontano quando tutto intorno e dentro di te cambia molto,troppo in fretta. Gli scrittori, nonché sceneggiatori del film, hanno impostato libro come uno strumento per approfondire la psicologia e le vicende dei personaggi che nel film per ovvie esigenze di tempo,possono solo essere accennate. Un utile mezzo dunque per andare ancora più a fondo nella storia.
Il fumetto invece ci offre una visione parallela, con il focus incentrato su vicende collaterali alla storia principale, il tutto appunto per fornirci una veduta più ampia di quella esclusivamente filmica. Per il fumetto sono stati coinvolti alcuni fumettisti italiani che da anni lavorano per le major del fumetto Usa, è il risultato si vede eccome. Ma la cosa secondo me più importante è che tutti e tre i prodotti non sono delle semplici trasposizioni “all’italiana” di un genere tipicamente nord americano, ma sono una vera e propria rilettura del genere attraverso una sensibilità sicuramente diversa,non antitetica ma complementare.
Fun home, Alison Bechdel ed. Rizzoligraphic novel
Per tutta la vita Alison ha amato e temuto suo padre Bruce, un uomo enigmatico, distaccato, perfezionista. Gli altri membri della famiglia non sono da meno: a casa Bechdel la dedizione all’arte nelle sue varie espressioni, e il consolatorio appagamento che può offrire, hanno sostituito il calore e il nutrimento di una vera “casa”. La distanza tra padre e figlia potrebbe finalmente dissolversi quando i due confessano il segreto che li accomuna, l’omosessualità. Questo spiraglio verso una più profonda comunione, però, si richiude drasticamente: Bruce muore, forse per un tragico incidente o forse per un atto disperato. Alla figlia non resta che immergersi in un viaggio nella memoria, penoso e appassionato al tempo stesso, per ricomporre e rielaborare la propria storia e quella della sua famiglia. Fun Home è il diario di questo viaggio, un memoir a fumetti in cui la straordinaria ricchezza dei testi dialoga con l’eloquenza del disegno. Alison Bechdel sa fondere la finezza dell’ironia, delle citazioni, dei riferimenti letterari con la brutale onestà necessaria per raccontare le tensioni sotterranee della vita familiare e i conflitti che accompagnano la presa di coscienza della propria identità sessuale. Fun Home è la prova della maturità di una narratrice fuori dal comune. E un grande esempio della potenza espressiva del graphic novel contemporaneo.

Diario assolutamente sincero di un indiano part-time,
Sherman Alexie ed Rizzoli
recensione a cura di biblioragazziletture

Ho aspettato questo libro per mesi. Avevo letto recensioni bellissime. Avevo una gran paura di una delusione…e invece no. Il romanzo di Sherman Alexie è incantevole, dolce, divertente e fa riflettere. La storia dell’adolescenza di Junior, nato in una riserva indiana, ma costretto a studiare in una scuola di bianchi per sopravvivere, regala molti sorrisi, offre uno sguardo acuto sulla vita dei nativi americani, ma soprattutto è la storia di una crescita, del raggiungimento della maturità,attraverso la comprensione della legge più forte: il perdono.

Sì, sarò anche stato un ragazzo solo, ma avevo capito che non ero solo nella mia solitudine: c’erano milioni di altri americani che avevano lasciato le loro case per andarsi a cercare un sogno. Perché, sì, ero un indiano spokane. Sì, appartenevo a quella tribù. Ma appartenevo anche alla tribù degli stranieri in America. E alla tribù dei giocatori di basket. E anche quella dei patiti dei libri.
E alla tribù dei vignettisti.
E alla tribù dei segaioli cronici.
E alla tribù degli adolescenti maschi.
E alla tribù dei ragazzi di provincia.
E alla tribù degli abitanti del Nord-ovest americano.
E alla tribù degli appassionati di tortilla chips con salsa piccante.
E alla tribù dei poveri.
E alla tribù degli habitué dei funerali.
E alla tribù dei figli adorati dai genitori.
E alla tribù di quelli che sentono la mancanza del loro migliore amico.
Capire tutto questo è stato importantissimo.
È stato in quel momento che ha avuto la certezza che sarebbe andato tutto bene.

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Gruppo di lettura III incontro, il diario di Carlo

testataIIIIl gruppo di lettura della libreria Controvento mi sta regalando molto più di quanto postessi immaginare, parliamo di libri, certo, ci raccontiamo le nostre letture, e questo è ovvio, ma quello che davvero ogni volta mi colpisce è la disponibilità di tutti al racconto, diventiamo narratori.
Maria al secondo incontro raccontò a voce bassa, emozionandosi, ed emozionandoci, che le mancava la sua città, Napoli, le mancava il “coro”… e da quel suo racconto poi siamo arrivati a scegliere il libro “Il Mare non bagna Napoli” proposto da Salka.
Quando parliamo dei libri, ci raccontiamo i pensieri, poi le storie fioriscono e nelle parole di ognuno.
Ecco perchè ho proposto di tenere un diario degli incontri, per non perderli tutti questi racconti. Palmira sta scrivendo il diario del secondo incontro in cui abbiamo parlato di Nemico Amico Amante di Alice Munro,  Carlo invece ha già scritto il diario del terzo: Il mare non bagna Napoli.
Buona lettura!

Diario di un gruppo di lettura a Telese Terme
di Carlo

Secondo incontro, anzi no, è il terzo, se contiamo anche il primo, introduttivo.

Siamo pochi stasera. Iniziamo un po’più tardi rispetto al solito. Il cane non l’ho portato, ecane.hellen dei pochi convenuti nessuno ha portato qualcosa da mangiare o da bere. Abbiamo fatto tutti la stessa pensata, che siccome l’altra volta tutti hanno portato qualcosa e avanzò un macello di roba allora nessuno ha portato niente contando sul fatto che lo avrebbe fatto qualcun altro. Meglio cosi’, la mia disciplina alimentare ultimamente vacilla parecchio. Anche se la mia piccola, Martina, ci rimane male, aveva messo il pensiero sui tarallini. La mia grande, Sara, invece si è fiondata con la capa nei libri e non sente nulla e nessuno.

In sottofondo Beatles, sembra che Filomena non senta altro.
(nota della libraja: vero…quando non so cosa ascoltare ascolto solo i Beatles. Sto cercando della musica nuova ma non la sto trovando. Potreste farmi una playlist!)

Si inizia con alcune comunicazioni di servizio, tra le quali Filomena ci espone il suo intento di defilarsi progressivamente e poi scomparire, perché non vuole essere lei quella che ci ospita, ma dobbiamo essere noi a sentire la libreria come uno spazio nostro da fruire a prescindere dalla sua presenza. Ho detto bene Filomè? Ma non te la cavi mica così. Non sei mica solo la proprietaria della libreria, sei un’anfitriona, una simposiarca. E infatti gliela faccio la battuta, dico ma poi ti possiamo invitare qualche volta al gruppo di lettura? Non ride quasi nessuno, sono strani questi ragazzi.

Comunque, apriamo i lavori, il libro ci pare subito che è piaciuto a tutti, Palma timidamente accenna che sarebbe bello continuare il filone su Napoli, e io a denti stretti (ma a voce bassa), noooooo, lei mi sente e ci rimane un po’ male, ma sorride sempre Palma, e quindi via col libro: secondo lei è duro, emozionante, e intriga soprattutto la similitudine frequente con cose naturali. Questa cosa me l’ero persa leggendo e quindi chiedo chiarimenti, lei me li da ma nel frattempo mi scordo di scrivere l’esempio che mi ha fatto che pure mi piaceva, Palma quando leggi ce lo aggiungi per favore? O quello o un altro.

Poi riprende Giulia, che dice interessante soprattutto il periodo storico, ovvero primo dopoguerra fino agli anni 60, un periodo pieno di ideali poi sfumati e di intellettuali poi svaniti.

Franco non ha letto il libro e si scusa ma coraggiosamente partecipa e vorrebbe fare un parallelo con fine settecento (repubblica partenopea forse?) ma nessuno raccoglie siamo troppo presi dal libro.

Giulia prosegue, non è un libro solo su Napoli, cita una frase di Rea dal libro “mangiare molto fa venire sonno” è quello che è accaduto a noi. Io la gente come giulia la detesto invidiosamente, con poche parole esprimono un concetto in maniera limpida e inoppugnabile, perché a me servono sempre dieci minuti di chiacchiere?

Maria Antonietta viene fuori dal suo guscio e riprende da dove Giulia ha terminato: tristemente attuale. Parla della resa di un popolo, della mancanza di voglia di riscatto, parla di ignoranza e rassegnazione.

Sono d’accordo è un libro molto politico, intervengo e parlo della prefazione, in cui lei tiene a sottolineare che dopo questo libro ha dovuto lasciare Napoli per non TORNARCI PIU’. Mentre la leggevo a me è venuto in mente che quelli erano gli anni della napoli da cartolina, di totò, e poi dopo di De Crescenzo

Filomena giustamente cita anche De Filippo e si chiede come mai a lui non sia capitata la stessa sorte, ma lui, replico, non ha come oggetto la miseria, ma l’uomo, la miseria è un contorno e solo a volte.

Ecco interviene Gaetano, quest’uomo mi intimidisce, e sempre serissimo e soprattutto attentissimo, non gli sfugge nulla, allora quando parli ti senti investito da una responsabilità se ti scappa una sciocchezza ma la dici velocemente magari nessuno ci fa caso, ma lui stai sicuro che la noterà.

Allora secondo Gaetano la prefazione va tolta dal libro perché non gli rende onore in quanto lei quasi si scusa dicendo che in quel periodo era depressa.

Magari replico, le manca Napoli e basta, anche a me manca tantissimo, anche se sono fuggito quasi, non ne potevo più di vivere in quel modo, e mentre lo dico rifletto che è la mia prima esperienza di amore/odio. Sarà grave a 38 anni? Ma siccome a me servono mooolte parole per esprimere un concetto allora mi dilungo faccio esempi, e concludo è un libro molto netto, racconta solo una faccia della realtà ma non è la realtà. Forse è l’unico difetto del libro dico.

Filomena aggiunge la prefazione va conservata perché testimonia del fatto che la vita dell’autrice è cambiata a causa di questo libro.

Giulia riprende la parola, lei vede molto la guerra e i postumi, ma io ribatto che è presente solo nel racconto dei Granili, che è quello più impressionante certo, quindi dicevo la guerra, le devastazioni, le sue cattive eredità, Palma legge un passo dal racconto dei Granili, pag 75; tutti hanno avuto inizialmente l’impressione che parlasse dell’albergo dei poveri, che è un edificio oscenamente immenso e fatiscente, ma Filomena ci dice che in realtà i Granili sono stati abbattuti verso la metà degli anni sessanta.

Franco riprendendo l’intervento di Palma afferma che quello che c’è scritto si può estrapolare ed estendere a tutta Napoli anche e purtroppo a quella odierna, e non solo a Napoli, ma all’Italia come a noi è dato di vederla. Giulia cita l’episodio della ragazza che si è buttata dal balcone e quello che la porta a prendere un caffè e si ricorda che pochi anni fa ammazzarono uno a forcella e una telecamera riprese non solo le immagini dell’omicidio a sangue freddo ma si vedevano chiaramente delle persone, o meglio delle gambe che scavalcavano il corpo ancora caldo che giaceva in un lago di sangue sulla soglia della tabaccheria. La televisione ovviamente ci andò a nozze per giorni non fecero altro che dire guardate i napoletani di cosa sono capaci! Era fine 2010-inizio 2011, ricordo che si parlava di primavera araba, cioè erano gli anni tosti della lega nelle stanze del potere. Solo un anno dopo Striscia mostrò che quelli che scavalcavano il corpo per entrare nella tabaccheria non erano fumatori in crisi di astinenza ma agenti di polizia scientifica.

Ma ecco che è da un po’ la discussione si è accesa, a partire dall’intervento di Franco tutti ci sentiamo chiamati in causa, napoletani e non, è vero questo libro scritto 40 anni fa parla anche di noi, parla anche di Telese, di Roma, di Milano, e del nostro tempo. E a tutti noi monta la rabbia, ci diciamo che è vero, ci diamo ragione. Anche Maria Antonietta fa capolino, poi Gaetano rimette ordine leggendo un passo da pag 64, “oro a Forcella”.

Nel frattempo mi distraggo, penso, ma vuoi vedere che stiamo già diventando qualcosa in più di un gruppo di lettura? Del resto era inevitabile, già alzare il culo dal divano e staccarsi dalla televisione oggi è talmente fuori dell’ordinario da essere un gesto politico. Figuriamoci incontrarci con gente di cui non sappiamo nulla, e darci del tu e rispettarci solo perché abbiamo un comune amore per i libri.

Credo veramente che esista un potere oscuro, un leviatano immenso e nascosto, fatto di uomini cattivi, intelligenti e avidi che ci vuole diversi da cosi, che lavora tutti i giorni nell’ombra per renderci schiavi di automobili potenti e reality show, che a voce bassa, in salotti splendidamente arredati e con modi eleganti e raffinati decide che dobbiamo essere passivi, soli, meschini, e aridi. Molto in alto è stato deciso che l’economia di questo paese dovesse essere fatta di cemento e non di turismo, che le scuole fossero lasciate cadere a pezzi, che ci fosse un pusher ad ogni angolo di strada, che i libri diventassero un bene di consumo, da mettere in un “paniere”, o in un sondaggio. Che i lettori diventassero consumatori, che i cittadini diventassero elettori, che gli uomini diventassero servi…

E noi stasera stiamo facendo l’esatto opposto. Stiamo mandando all’aria con poco (ma è poco davvero?) un piano articolato lungo i decenni.

Ma ecco la smetto di distrarmi ho preso l’impegno di scrivere questo diario, e allora Gaetano sta dicendo ecco la frase che salverò da tutto il libro: “esiste nelle profonde terre del sud un ministero nascosto che protegge la natura dalla ragione”.

No, non ci sto, non sono d’accordo, e lo dico, ragazzi prima di condannare un intero popolo senza appello, prima di fare propria una frase del genere lasciando da parte tutto il resto studiamoci la storia di questa terra. Si, d’accordo, siamo cosi e coli, ma ci siamo diventati, non è che ci è piaciuto. Ci hanno messo in disparte, ci hanno stracciato, venduto e comprato per secoli. E siamo stati anche sfortunati: quando Atene era il centro del mondo noi eravamo grandi ma più piccoli di lei, e quindi periferia, colonia.

Quando Roma era il centro del mondo lo stesso. Con Bisanzio lo stesso e la lista è interminabile, va avanti per secoli, l’unico che ha provato a cambiare è stato Federico II. Fino ad oggi, fino al risorgimento, (che noi abbiamo iniziato, anche quello ci hanno rubato Garibaldi e Cavour), fino alla resistenza, quando Napoli insorge e Roma no, non ce lo dimentichiamo, bastava che la linea gotica fosse a sud di Salerno, sarebbe stata un’occasione. Insomma sono lanciatissimo, e arrabbiato, ma non con i miei compagni del gruppo di lettura, sono arrabbiato e basta, sono arrabbiato per qualcosa e non con qualcuno. Che io mi ricordi sono sempre stato arrabbiato per qualcosa, i libri fanno anche questo, ti fanno arrabbiare e disilludere, poi ti ridanno speranza e ricominci da capo. Ora sono arrabbiato per essere dovuto andare via dalla mia città e per sentirmi emigrante a 40 chilometri da Napoli, sono arrabbiato ogni volta che giro per le strade della Campania e vedo oliveti abbandonati, cumuli di immondizia, capannoni, musei della civiltà contadina, e sempre più strade e macchine e sulle strade sempre più buche e nella vita sempre più cose, cose, cose, e le persone sempre più sole, e gli altri annuiscono, mi danno ragione, la discussione lievita, va più in alto. Oro a forcella, la figura della guardia che sa dell’imbroglio e dice ad alta voce io non dico nulla, e oggi è lo stesso, rapido excursus sui vigili urbani a Telese, una vergogna, tutti d’accordo, lo status e il piccolo potere di chi non fa il proprio dovere certo dell’impunità. E non c’è nulla da fare, dico, una situazione del genere si risolve solo con un bagno di sangue, azzerare tutto. Altrimenti sopportare, resistere, e ogni giorno arrendersi un po’ di più. Un milanese è migliore di me perché nella sua storia recente c’ha il risorgimento e la resistenza e noi no. Ecco ho parlato troppo finalmente sto zitto, mi prende come al solito la paura di aver varcato il confine non tanto labile tra il carisma e l’egocentrismo. Però forse no, tutti mi chiedono se le ho scritte queste cose e io li rassicuro più di una volta, c’ho tutto in testa, sui miei appunti solo una parola: STORIA!. Stampatello e col punto esclamativo.

La discussione è finita, si è fatto tardi le mie bimbe cascano dal sonno, anzi la mia piccola si è già addormentata. Passiamo alle proposte. Data la gran quantità di assenti Filomena propone di non condannarli in contumacia, ma di mettere le proposte in rete assieme a questo diario, e poi votere. Tutti d’accordo.

Una ridda di proposte, che scremate sono:

Giulia Jack London: Martin Eden. Bello, piuttosto incazzato, lo rileggo volentieri. Viene considerato il capolavoro autobiografico di quest’autore che fino a 5 anni fa conoscevo solo per “Zanna bianca” e “Il richiamo della foresta”.

 Gaetano Mafuz: “Vicolo del mortaio”. Quest’autore è l’unico premio nobel arabo, e il libro parla del Cairo, o ambientato al Cairo, non ho capito. Sarebbe bello dice Gaetano fare un paragone con quello che abbiamo appena letto.

Mi intriga, ma io propongo,
Carlo Wu Ming: “54”. Romanzo incasinato bello, storico e arrabiato e ironico. Anzi faccio il proponimento pubblico da oggi in poi di proporre solo libri storici.

Maria Antonietta Kapuscinsky: “Ebano”. Bellissimo, è una raccolta di reportage sull’africa dal dopoguerra ai giorni nostri, c’è la decolonizzazione e il Ruanda, la Namibia e l’Etiopia. L’avrò letto 4 volte ma lo rileggo volentieri.

Filomena Fruttero e Lucentini: “La donna della domenica”. Si tratta di un giallo, lei ha bisogno di leggere qualcosa di leggero, ma non futile.

Alessandro anche se assente via sms propone “Norwegian wood” di Murakami.

Salka propone via chat di facebook: Irène Némirovsky Jezabel

Maria propone Storia del piede e altre fantasie di J.M.G. Le Clézio

Proposta di Marcos y Marcos, uno degli editori residenti della libreria Controvento: Federico ci racconta brevemente la storia della casa editrice e propone dei titoli per il nostro gruppo:
La schiuma dei Giorni di Boris Vian
Second Hand di Michael Zadoorian

E questo è quanto ragazzi. Votate!
La scelta è tra quelli che ho riportato io qui a cui vanno aggiunti quelli che saranno proposti dagli editori indipendenti in questo video.

Non è stato facile scrivere questo diario, è la prima volta in vita mia che scrivo un diario, e farlo sapendo che tutti lo leggeranno complica le cose. Non volevo che fosse una cronaca semplice e spoglia, ma rileggendolo mi rendo conto che è straordinariamente egocentrico e personalistico. Siate indulgenti non lo sono forse tutti i diari?

Ciao a tutti.
(grazie mille Carlo!)

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Gruppo di Lettura III incontro 25 marzo ore 20.30

testataIII

La data per il prossimo incontro del Gruppo di Lettura è
MARTEDÌ 25 MARZO ore 20.30
parleremo del libro che stiamo leggendo: Il mare non bagna Napoli di Anna Maria Ortese ed. Adelphi.

Ho abitato a lungo in una città veramente eccezionale…Qui tutte le cose, il bene e il male, la salute e lo spasimo,la felicità più cantante e il dolore più lacerato…tutte queste voci erano così saldamente strette, confuse, amalgamate tra loro, che il forestiero che giungeva in questa città ne aveva una impressione stranissima, come di un’orchestra i cui strumenti, composti di anime umane,non obbedissero più alla bacchetta intelligente del Maestro ma si esprimessero ciascuno per proprio conto suscitando effetti di meravigliosa confusione”

Bonus Track:
Teatro Il Mare non bagna Napoli, spettacolo del Ridotto del Teatro Stabile di Napoli
Letteratura: Occhi felici, un racconto di Ingeborg Bachmann contenuto nella raccolta: Tre sentieri per il lago ed. Adelphi

Il Gruppo di Lettura è aperto a tutti, non occorre prenotare, si può partecipare anche senza aver letto il libro, senza averlo finito…
Sceglieremo insieme poi il libro da leggere per il prossimo incontro.

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Gruppo di lettura: II incontro e anticipazioni

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Cari lettori del gruppo di lettura martedì 18  eravamo una ventina, abbiamo parlato a lungo di Nemico Amico Amante, il libro di alice Munro scelto per il secondo mare-non-bagna-napoliincontro. A breve scriverò un post con il racconto della serata, ma intanto vi anticipo che il libro scelto per il TERZO INCONTRO è “Il mare non bagna Napoli” capolavoro di Anna Maria Ortese ed. Adelphi Edizioni, e la strada che ci ha portato fino a questo a libro merita di essere raccontata: il bello di incontrarsi sta non solo nel parlare delle storie narrate nei libri, ma anche nel condividere le nostre… buona lettura!
(per l’inizio della prossima settimana è previsto l’arrivo del libro)

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